
Foreste verticali – La nuova arma contro il riscaldamento globale

Foreste verticali
Stefano Boeri, che è un architetto italiano, ha avuto un’illuminazione rivoluzionaria quando ha deciso di lavorare su un’idea innovativa: le “foreste verticali”. Sembra qualcosa uscito direttamente dai film di fantascienza, ma la realtà è che è tutto tranne che fantascienza. Mentre ci sono alcuni che negano che il riscaldamento globale sia un problema, ci sono altri che stanno adottando misure estreme per combatterlo. Questo specifico architetto ha cercato nella natura un modo per combattere ciò che la sta uccidendo. La risposta che ha trovato sono le foreste verticali.
Foreste verticali
L’idea sembra abbastanza semplice a Boeri. Afferma che coinvolgendo la natura con l’architettura, saremo in grado di creare spazi abitativi che siano amichevoli per entrambi gli ambienti. Ciò sarebbe particolarmente rilevante e utile per coloro che vivono nelle aree urbane.
Torri di Nanchino
La prima tappa di Stefano è stata Nanchino, in Cina. La decisione di iniziare da lì è venuta dal fatto che l’estremo inquinamento atmosferico è un problema ben noto. Le “Torri di Nanchino” avranno il titolo di diventare le prime foreste verticali in Asia. Idealmente, vorrebbe che la sua squadra coltivasse più di 1.000 alberi e oltre 2.500 arbusti che a loro volta genererebbero un enorme 132 libbre/60 kg di ossigeno su base giornaliera.

Foresta Verticale A Nanchino
Oltre la Cina
Se pensavi che questo innovatore si sarebbe fermato in Asia, allora hai un’altra cosa in arrivo. La Cina è stata solo un trampolino di lancio verso altri luoghi in cui mira a rafforzare la sua idea di foreste verticali. Altri siti su cui ha gli occhi puntati, tra cui Milano e la Svizzera, e chissà dove sarà diretto da lì. La versione milanese del suo progetto si chiama “Bosco Verticale”.

Bosco Verticale
Verso l’infinito e oltre?
Sembra che Stefano non abbia paura di oltrepassare i confini, anche se quei confini sono creati dalla pressione atmosferica. La Terra è solo l’inizio di ciò che ha pianificato per un futuro più pulito. Marte. Giusto. Entro l’anno 2117, Stefano e il suo team mirano a creare foreste verticali che possono essere create e impostate su Marte. Il motivo principale è che crede che il cambiamento climatico avrebbe avuto il suo pedaggio per allora.

Verso l’infinito e oltre